Centralità del progetto e dignità per il ruolo del progettista; trasparenza negli affidamenti anche attraverso una maggiore competenza e professionalità dei commissari di gara. Sono stati questi alcuni dei punti toccati dal Presidente OICE, ing. Patrizia Lotti, durante la tavola rotonda del Convegno "Opere incompiute: quale futuro ? - Nuove esigenze e opportunità per il Paese", organizzato oggi a Roma presso la "Vela di Calatrava" dal Ministero delle infrastrutture, da Itaca e dalla Conferenza Stato-Regioni.
Alla tavola rotonda, coordinata da Mauro Salerno di Edilizia e Territorio, hanno partecipato anche il Presidente Ance, Paolo Buzzetti, il Presidente del Consiglio Nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, il Presidente del Consiglio Nazionale degli architetti, Leopoldo Freyrie, Carla Tomasi, Presidente di FINCO, e Edoardo Cosenza, Assessore ai lavori pubblici della Regione Campania.
Nel suo intervento Patrizia Lotti ha sottolineato come sia fondamentale riprogrammare laddove possibile le incompiute favorendo il riutilizzo dell'opera sia attraverso interventi del settore privato in project finance, sia attraverso i mutamenti di destinazione d'uso; ma altrettanto fondamentale è porre attenzione alla programmazione, che deve essere più accorta e dettagliata. In prospettiva, poi, ha affermato il presidente OICE, bisogna porre fine alla "vessazione del progettista e del progetto e ridare dignità complessivamente alla fase progettuale"; ci vuole inoltre "più trasparenza e qualità negli affidamenti, superando la logica dei ribassi nelle gare di servizi di ingegneria e architettura e elevando la qualità di chi deve scegliere l'affidatario del contratto che deve essere qualificato professionalmente e competente".
In precedenza, il Vice Ministro delle infrastrutture Riccardo Nencini, dopo avere ricordato che il monitoraggio delle opere incompiute ha portato a rilevare 693 interventi per i quali erano stati stanziati 3,5 mld. e che oggi necessitano 2,3 miliardi per portarli a compimento, aveva lanciato le seguenti proposte: 1) prevedere bonus fiscali e cambi di destinazione d'uso per imprese e enti locali che intendono completare le opere; 2) istituire un tavolo di lavoro per valutare quali opere completare; 3) istituire un fondo annuale per le incompiute; 4) incentivare le amministrazioni che inseriscono come priorità dei loro interventi il completamento delle opere incompiute. I lavori sono stati chiusi dall'avv. Bernadette Veca, Direttore direzione regolazione del MIT, che ha espresso la volontà del Ministero di avviare una proposta normativa di urgenza per risolvere i problemi che il completamento di tali opere comportano. (A.M.)