Si è svolto ieri il Convegno organizzato da Confindustria "La riforma del codice dei contratti pubblici" al quale ha partecipato anche il presidente OICE Ing. Gabriele Scicolone che sul complesso della riforma ha espresso un giudizio positivo, "anche se va tenuto presente come ci sia ancora molto da fare perché partiamo da un presente molto negativo per il nostro settore e da un vissuto degli ultimi anni in cui l'ingegneria ha faticato ad avere un ruolo centrale e a rapportarsi in maniera equilibrata sia con la stazione appaltante, sia con l'impresa. Per noi è comunque molto positiva la soppressione del 4% di incentivo sulla progettazione interna alla P.A., la riduzione dell'appalto integrato, l'aggiudicazione con l'OEPV, il divieto di affidare lavori sulla base di progetti preliminari e l'introduzione di elementi di innovazione tecnologica nel processo progettuale. Abbiamo altri desiderata per la fase di implementazione della riforma, che abbiamo fatto presente all'ANAC; ad esempio non ci piace la riduzione dei requisiti di partecipazione per le gare di progettazione, che potrebbe avere come effetto l'abbassamento della qualità, e roteniamo che debbano essere ridefiniti diversi punti che erano già disciplinati nel regolamento e che oggi non ci sono più".
In precedenza era intervenuto anche il presidente ANAC, Raffaele Cantone, che aveva espresso la sua preoccupazione per il fatto che "da alcuni vengono già sentenze di morte del codice. Sono molto preoccupato di come sta avvenendo il recepimento nei fatti del codice appalti. C'è chi ha già dato sentenze sicure, sentenze di morte inappellabile in un Paese in cui non c'è la pena di morte. Ho sentito un presidente di Regione definirlo 'demenziale', penso fosse molto più demenziale quello di prima". Cantone ha aggiunto che ."Le critiche, però, sono anche frutto di scarsa conoscenza di questo codice" il cui "impianto è coraggioso", ha proseguito Cantone, sostenendo che "una delle possibilità per cui il codice riesca a farcela è come lo accogliamo: se lo accogliamo con la faccia storta, il fallimento è sicuro. Se questo codice fallisce, non ce n'è un altro dietro la porta". Nel suo intervento Cantone ha aggiunto: "Sono il primo a dire che in questo codice ci sono un sacco di problemi, ma stiamo attenti a dare subito sentenze definitive".
Per Vittorio Di Paola, presidente del Comitato tecnico Infrastrutture, Logistica e Mobilità di Confindustria, "l'entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici rappresenta una grande opportunità di trasformazione del mercato della domanda pubblica. Pienamente condivisi sono alcuni aspetti innovativi come la qualificazione delle stazioni appaltanti; la qualificazione delle imprese, anche attraverso il rating reputazionale; la previsione del debat public per le grandi opere infrastrutturali e l'affermazione della centralità del progetto". (A.M.)