È questo il messaggio che è emerso dal webinar che si è svolto il 26 novembre organizzato da PIARC Italia, a valle della presentazione del volume di Cristina Palumbo e Domenico Crocco (Smart Procurement, un protocollo anti crisi), cui ha partecipato il direttore generale e affari giuridici OICE, Andrea Mascolini, e Daniele Maltese amministratore dell'associata MB service.
All'incontro sono intervenuti, fra gli altri, Claudio Contessa, presidente di sezione del Consiglio di Stato, il presidente ANAC Giuseppe Busia, Pietro Baratono (MIT), Federico Titomanlio (IGI), Francesca Ottavi (ANCE), Antonio Gennari (Arpinge) e, in conclusione, con un video messaggio, l'economista Carlo Cottarelli.
Commentando il contenuto del volume Mascolini ha sottolineato fra l'altro, che il riferimento alle best practices internazionali, ben note agli associati OICE, così come i contratti FIDIC sarebbe necessario applicarlo anche in Italia, ma il problema di fondo è che presuppongono un contesto di equilibrio di rapporti fra amministrazione e operatore economico che non esiste in Italia. La prima sfida è qui di quella di riqualificare le stazioni appaltanti, anche permeandole di cultura di project management e intanto affidare a terzi supporti di questa natura. È necessario, inoltre, - ha detto Mascolini- attuare le norme che già ci sono in tema di digitalizzazione come quella sulla banca dati degli operatori economici infatuata dal 2017.
In generale è emerso da tutti gli interventi che la vera priorità è la qualificazione delle stazioni appaltanti, ma anche delle imprese (misurabili con rating basati su parametri oggettivi e non discrezionali), la non replicabilità del modello Genova (positivo nei risultati ma un unicum per il contesto è la situazione in cui è maturato) giustamente affinato con le norme del dl semplificazioni, e soprattutto la necessità di dare certezza di regole agli operatori evitando continue e spesso inutili modifiche normative.