L'Italia ha chiuso il 2023 con un deficit pari al 7,4% del Pil. Lo rende noto l'Istat precisando che rispetto ai conti dello scorso 5 aprile, la nuova versione vede un peggioramento dell'indebitamento netto in rapporto al Pil di 0,2 punti percentuali (era al 7,2%).
Il 2022 si era chiuso all'8,6.
Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato negativo e pari al -3,6% del Pil, con un miglioramento di 0,7 punti percentuali rispetto al 2022. La spesa per interessi che, secondo le attuali regole di contabilizzazione, non comprende l'impatto delle operazioni di swap3, è stata pari al 3,8% del Pil, mostrando una decrescita di -0,5 punti percentuali rispetto al 2022.
I dati del debito, precisa l'Istat, sono quelli pubblicati dalla Banca d'Italia. A fine 2023 il debito pubblico, misurato al lordo delle passività connesse con gli interventi di sostegno finanziario in favore di altri Stati europei, era pari a 2.863.438 milioni di euro (137,3% del Pil).
Rispetto al 2022 il rapporto tra il debito e il Pil è diminuito di 3,2 punti percentuali.
L'Istat ha trasmesso i dati alla Commissione europea in applicazione del Protocollo sulla procedura per i disavanzi eccessivi annesso al Trattato di Maastricht. In base al Protocollo, i Paesi europei devono comunicare due volte all'anno (entro il 31 marzo e il 30 settembre) i livelli dell'indebitamento netto, del debito pubblico e di altre grandezze di finanza pubblica relative ai quattro anni precedenti e le previsioni ufficiali per l'anno in corso. (A.M.)