Una delegazione dell'Oice, composta dal presidente Giorgio Lupoi, dal presidente emerito Braccio Oddi Baglioni e dal direttore generale Andrea Mascolini) ha presenziato ai lavori dell'assemblea Ance che si è svolta a Roma, presso la sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica.
L'assemblea si è aperta con i saluti del Presidente di Confindustria Emanuele Orsini che nel suo breve intervento ha evidenziato che il Paese è davanti a "tante sfide sia sulle politiche industriali europee che qui in Italia. Sulla politiche industriali europee guardiamo ovviamente a competitività e nucleare. Stiamo cominciando a lavorare insieme al ministro Salvini con dei tavoli proprio sui questi temi. Sulle politiche del nostro Paese abbiamo messo al centro due cose. Uno: la logistica e i trasporti, perché su 27 Paesi noi oggi siamo il diciannovesimo mentre la Germania è il quarto. Quindi abbiamo bisogno di infrastrutture".
Successivamente la presidente Ance Federica Brancaccio ha svolto la sua relazione che ha toccato, fra i vari punti, anche il tema del Superbonus: "il più grande indiziato di sperpero pubblico degli ultimi anni è stato il Superbonus 110% ma va notato che sono stati evidenziati solo gli aspetti negativi di una misura che nel biennio 2021-2022 ha consentito all'Italia di crescere a ritmi superiori a quelli della Cina, (+12,3% Pil contro il loro +11,3%). Il problema è che adesso ci sono già 7 miliardi di lavori fermi che rischiano di lasciare scheletri urbani".
Sui temi della sostenibilità Brancaccio ha inoltre affermato che "la direttiva Case green offre delle
opportunità che bisogna cogliere senza timore. II vantaggi sono enormi per tutti in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, perchè una casa meno inquinante potrà far risparmiare fino alla metà della bolletta".
Chiusa la stagione del Superbonus si annuncia però un 2024 di passione per le costruzioni.
In base alle previsioni comunicate dall'Ance quest'anno gli investimenti chiuderanno in calo del 7,4% rispetto all'anno scorso. In particolare sarà il settore della riqualificazione a soffrire di più: il contraccolpo dell'addio ai maxi-incentivi farà crollare di ben il 27% gli investimenti nel recupero edilizio. Il deciso aumento degli investimenti in opere pubbliche, sostenuto dai progetti legati al Pnrr, stimato in un +20%, non sarà sufficiente a controbilanciare la pesante caduta delle riqualificazioni anche perché nel 2024 sono previsti in calo anche gli investimenti in nuove abitazioni (-4,7%) e nel non residenziale privato (-1 per cento).