L'Ance esprime "forte preoccupazione per gli effetti negativi che la Legge di bilancio rischia di avere sul settore delle costruzioni e quindi sulla crescita italiana".
Lo ha detto la presidente dell'Ance Federica Brancaccio in audizione sulla manovra, sottolineando che "fermare l'edilizia significa fermare il Paese". Una "fortissima preoccupazione" dell'Ance riguarda in particolare l'assenza della proroga al 2025 delle misure relative al caro materiali per i lavori pubblici in corso di realizzazione: secondo le stime dell'Ance, infatti, sono a rischio più di 10 miliardi di investimenti nel 2025. "Un pericolo 'blocco cantieri' di cui il governo non ha tenuto conto nelle sue stime e che rischia di azzerare la crescita prevista nel 2025 e di determinare un taglio delle rate del Pnrr".
Si tratta di un ulteriore allarme sull'efficacia degli interventi Pnrr alla luce delle indiscrezioni emerse in questi giorni sull'ennesima rimodulazione del piano per una cifra compresa fra 3 e 6 mld. a causa della sostanziale impossibilità di concluderle entro fine 2026.
Ad avviso della presidente Ance, "certamente positiva è, nel testo della manovra, l'istituzione di un fondo destinato al finanziamento degli interventi di ricostruzione, con una dotazione di 1.500 milioni di euro per l'anno 2027 e 1.300 milioni di euro annui dal 2028. Ma occorre pensare anche alla prevenzione, che purtroppo risulta assente nella manovra. Gli eventi delle ultime settimane in Italia e in Europa dimostrano l'urgenza di avviare un piano di prevenzione per limitare la perdita di vite umane e gli ingenti danni economici provocati da eventi naturali dalla frequenza e dalle dimensioni sempre più preoccupati".
"Per l'Ance, la priorità rimane quindi il varo di un piano di prevenzione e di messa in sicurezza del territorio dai rischi naturali. Sotto questo profilo, l'Ance valuta molto negativamente - aggiunge Brancaccio - il taglio di 2,4 miliardi dei contributi alle regioni per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici nei prossimi 10 anni". (A.M.)