Il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, è intervenuto ieri pomeriggio in audizione presso la Commissione bilancio della Camera sui contenuti del disegno di legge di bilancio 2019, esprimendo molte notazioni critiche sui punti di maggiore rilievo della manovra economica. Sul tema delle infrastritture ha in particolare sottolineato come il punto fondamentale sia accelerare la spesa. Per il rilancio della *politica infrastrutturale* sono state quindi formulate diverse proposte concrete e coerenti con il percorso delineato alle Assise di Verona che rafforzerebbero la componente della Manovra dedicata alla crescita.
Viene però bocciata radicalmente la proposta (art. 17) di istituire una Centrale per la progettazione di opere pubbliche. Su questo punto Confindustria, condividendo la posizione critica di OICE rappresentata in più occasioni in questi ultimi giorni, chiede la soppressione della norma o la trasformazione in Centrale per la programmazione e monitoraggio degli investimenti:
"Centrale per la progettazione delle opere pubbliche
La Centrale, su richiesta delle amministrazioni centrali e degli enti territoriali interessati, può svolgere compiti di: progettazione di opere pubbliche e gestione delle procedure di appalto in tema di progettazione per conto della stazione appaltante interessata; predisposizione di modelli di progettazione per opere simili o con elevato grado di uniformità e ripetitività; valutazione economica e finanziaria dei singoli interventi sottoposti all'esame della "Centrale" dagli enti interessati alla realizzazione dell'opera.
Si tratta di una struttura che, da un lato, sottrae al mercato e alla concorrenza quote rilevanti di attività economica e professionale di natura tecnica e, dall'altro, rischia di aumentare l'inefficienza complessiva della politica infrastrutturale del Paese, per diversi motivi:
- le carenze tecniche della PA in tema di opere pubbliche risiedono soprattutto nella parte propedeutica, riguardante la programmazione e la fattibilità, fondamentali per l'elaborazione progettuale vera e propria (svolta all'interno o all'esterno della PA), e alla capacità di controllo del processo attuativo;
- le attività complesse e altamente qualificate, come la progettazione tecnica e la direzione lavori, necessitano di competenze elevate e sperimentate che sono acquisibili solo col tempo;
- i tempi, necessariamente lunghi, per costituire, organizzare e far funzionare una simile struttura, e che rendono quantomeno dubbia la sua capacità di incidere positivamente su un'azione di rilancio degli investimenti;
- l'esperienza ultra decennale di strutture tecniche altamente qualificate si è dimostrata spesso inefficiente e inefficace, anche a causa di sistemi di reclutamento discutibili e approssimativi;
- l'impatto negativo sul mercato delle professioni tecniche, con effetti occupazionali negativi e impatti anticoncorrenziali non motivati da reali obiettivi di efficienza economica complessiva;
- la sua collocazione nell'Agenzia del Demanio risulta inappropriata e innaturale. Sul punto, si evidenzia che per il funzionamento della Centrale è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2019 disposta a favore dell'Agenzia del Demanio, distinta dalla Centrale e non collegata alla stessa (almeno secondo il DDL) da rapporti funzionali od organizzativi;
- i possibili problemi di coordinamento e sovrapposizione con strutture tecniche già esistenti (struttura tecnica di missione del MIT, nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici) o in via di costituzione (InvestItalia), cui sono affidate funzioni simili.
In sintesi, sarebbe opportuno sopprimere la norma istitutiva o rivedere profondamente le competenze di questa struttura, orientandole alla programmazione, al controllo e al project management."
Nel corso delle audizioni la disposizione del disegno di legge è stata invece fortemente difesa da ANCI, UPI e Regioni. (A.M.)