Mercoledì si terrà il primo incontro di un'importante iniziativa che è stata sviluppata in questi ultimi mesi e che riguarda le tematiche della Rigenerazione urbana, "Rigenerazione urbana, ipotesi o realtà? Conferenza itinerante per unire i territori".
L'incontro si terrà, in presenza, a Milano, mercoledì 2 aprile, presso Officina 22 (Foro Buonaparte, 22) e sarà un'occasione per illustrare i contenuti dell'Atlante e dell'Agenda OICE sulla Rigenerazione Urbana che, dall'analisi di esperienze di alcuni importanti iniziative di rigenerazione urbana ha enucleato best practices e indicazioni operative.
L'Agenda e l'Atlante - curati da Patrizia Polenghi che ha coordinato un gruppo di lavoro operativo per un anno, con la partecipazione di Fatima Alagna, Umberto Bloise, Cristiano Cavallo, Francesca Federzoni, Emanuele Gozzi, Giovanni Kisslinger, Valter Macchi, Eugenio Pizzaghi, Cristina Tardivo, Sara Valaguzza, Lorenzo Vignono - sono entrambi navigabili dinamicamente cliccando direttamente sui bottoni presenti sulla pagina, racchiudono la riflessione di OICE in mate¬ria di rigenerazione urbana con l'obiettivo di rappresentare una guida metodologica dei processi rigenerativi e individuare un format che permetta di affrontare territori differenti con elementi di omogeneità che possano rappresen¬tare in maniera inequivocabile l'identità, il metodo, l'approccio e la visione di OICE.
Fra i temi che sono stati oggetto di attenzione spiccano la disponibilità delle aree e l'incidenza del costo che assume un peso decisamente diverso rispetto ad un tradizionale intervento su un terreno libero da edificazioni e attività pregresse. È stato messo in luce il ruolo strategico che possono avere i detentori di grandi patrimoni dismessi da ricollocare sul mercato, che diventano protagonisti nella costruzione della proposta di intervento, preferibilmente in rapporto con gli at¬tori del territorio ed in coerenza con le esigenze espresse dai differenti contesti. Si è ragionato sulle leve che hanno consentito l'avvio del processo rigenerativo in luoghi che, spesso, proprio in ragione dell'abbandono, sono percepiti come non sicuri e dove dalla qualificazione dello spazio pubblico possono scaturire rinno¬vate relazioni attraverso il ricorso ad attività temporanee e ad iniziative culturali.
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